Sotto al vulcano Eyjafjallajökull si è scritta la storia islandese, per lo meno quella calcisitica.
Infatti, l’Islanda si è qualificata per la prima volta agli Europei di calcio, che si disputeranno il prossimo anno in Francia.
Un’impresa incredibile quella compiuta dalla squadra allenata dallo svedese Lars Lagerbäck, dato che nella sua storia la nazionale islandese non si era mai qualificata per una competizione internazionale.
L’Islanda è prima nel girone A, a 19 punti, a braccetto con la Repubblica Ceca, in un girone di fuoco che vede anche nazionali più quotate come Turchia e Olanda, quest’ultima con un piede e mezzo fuori dall’Europeo e che deve sperare in un miracolo per qualificarsi. E pensare che per molti, un anno fa a inizio qualificazioni, l’Islanda era la squadra cenerentola del girone. Invece l’Islanda ha fatto qualcosa di pazzesco, chiedere a Repubblica Ceca, Olanda e Turchia, tutte battute dalla nazionale islandese.
E’ bastato, poi, uno striminzito 0 a 0 a Reykjavík contro il fanalino Kazakistan a trasformare quello che pareva un sogno irrealizzabile in realtà. Al Laugardalsvöllur, stadio della capitale islandese, tanto possesso ma poca incisività nel primo tempo per gli uomini di Lagerbäck, che manovrano tanto ma senza creare grossi pericoli. Nella ripresa lo spartito è lo stesso, con la squadra di casa che controlla la gara ma senza trovare la via del gol. Poco importa, perché è un pareggio che sa di vittoria, una vittoria bellissima, impensabile ma soprattutto meritatissima.
Le parole di Gunnarsson, capitano e leader della squadra, subito dopo l’ottenimento della qualificazione, riassumono in una frase l’impresa quasi eroica compiuta dalla propria squadra: "E' incredibile, sono sotto choc. Abbiamo lavorato duramente per arrivare fin qui. Siamo la prima squadra islandese a qualificarsi per le fasi finali, quando ho iniziato a giocare non avrei mai sognato che potesse accadere.”
La cosa ancora più incredibile è che in questa nazionale non ci sono campioni, non c’è il fuoriclasse che trascina una squadra grazie alle sue giocate (vedi Bale per il Galles). No, qui c’è un gruppo unito, compatto, nel quale troviamo buoni giocatori, alcuni sconosciuti ai più, alcuni invece che giocano titolari in squadre importanti.
E’ il centrocampo il reparto più forte di questa squadra, che è composto da Birkir Bjarnason, ex Pescara ora al Basilea, Gylfi Þór Sigurðsson, regista dello Swansea, Emil Hallfreðsson, che in Italia conosciamo bene e, infine, Aron Einar Gunnarsson, del Cardiff, ma che interessa a molti top club.
In attacco, inoltre, c’è il trentaseienne Eiður Guðjohnsen, che ora gioca in Cina, ma che nella sua carriera ha vestito maglie gloriose come quelle del Chelsea e del Barcellona. Pensate che, il 24 aprile 1996, Guðjohnsen debuttò in Nazionale sostituendo il padre Arnór nel secondo tempo di un'amichevole tra Islanda ed Estonia, entrando nella storia del calcio dato che mai prima di allora un padre e un figlio avevano giocato entrambi in una partita internazionale.
Il miracolo Islanda, però, forse non ci sarebbe stato senza la magistrale regia di Lars Lagerbäck, uno che ha fatto del calcio la propria vita. L’Islanda è la terza nazionale che allena, in precedenza è stato CT della Svezia (per un decennio) e della Nigeria.
Ora in tutta l’isola si sogna un Europeo da protagonista, un Europeo in cui la debuttante metta in difficoltà l’Europa. Nel 2010 toccò al vulcano islandese Eyjafjöll mettere in ginocchio l’Europa, con un eruzione che creò seri problemi alla navigazione aerea nei cieli europei.
Nel 2016, invece, potrebbe essere la nazionale islandese a mettere in ginocchio l’Europa, questa volta, però, negli stadi francesi.
Nessun commento:
Posta un commento