mercoledì 14 ottobre 2015

#EURO16: L'Italia è CON TE

L’Italia s’è desta e si è qualificata per gli Europei, che si disputeranno in Francia la prossima estate.
La Nazionale di Conte ha centrato l’obiettivo minimo, ovvero la qualificazione diretta alla competizione continentale. L’ha fatto riuscendo a vincere un girone non proibitivo, ma di certo rischioso, con alcune compagini, come Croazia e Norvegia, rispettivamente seconda e terza, alquanto temibili.
Gli azzurri hanno conquistato 24 punti sui 30 disponibili, frutto di 7 vittorie e 3 pareggi e nessuna sconfitta. Solo Inghilterra, Spagna e Austria hanno ottenuto più punti dei nostri azzurri in queste qualificazioni. Un ottimo ruolino di marcia, anche se le critiche, come sempre, non hanno tardato ad arrivare.
Gli italiani, popolo di santi, poeti e navigatori, ma anche di allenatori (da poltrona), non si sono entusiasmati  (per usare un eufemismo) durante le partite della Nazionale, confermando, quindi, la teoria dell’ex CT Prandelli, che sosteneva che i tifosi si accendono solamente durante le competizioni internazionali.
Le maggiori critiche verso la squadra di Conte sono quelle dirette al gioco, poco spettacolare e a volte confuso, mai del tutto convinto, troppo distante da quello che l’allenatore pugliese mostrava quando sedeva sulla panchina della Juve.
Eppure Conte è un vincente, e l’ha fatto vedere, con il primo posto del girone (non scontato all’inizio) che ha allontanato le polemiche. Ora, però, ci si aspetta un cambio di mentalità, perché difficilmente l’Italia può arrivare fino in fondo in Francia giocando come certe partite delle qualificazioni: le vittorie striminzite con Malta, entrambe per 1 a 0, i pareggi con Bulgaria e soprattutto Croazia, con la quale abbiamo rischiato di perdere.
Le ultime due partite, con Azerbaijan e Norvegia, hanno però mostrato un’Italia più tonica e dinamica, con idee e sintonia di gioco e ci dicono, quindi, che Conte potrebbe aver trovare la strada giusta per far tornare gli Azzurri nell’élite del calcio mondiale.
In Francia, però, l’Italia non sarà testa di serie. Imbattuti da 50 gare nelle qualificazioni Europei/Mondiali, eppure per il "bizzarro" sistema con cui viene stilato il ranking, che premia anche le amichevoli, non saremo teste di serie nel sorteggio di Parigi, quello che decreterà i sei gironi da quattro squadre che il prossimo giugno si giocheranno la competizione continentale.
Una sfida ancora più difficile per gli azzurri, ma siamo sicuri che ci regaleranno tante emozioni., perché nessuno sa esaltarsi come noi quando ci si gioca qualcosa di importante.

Conte è un vincente, e tutto ciò che non ci ha mostrato durante queste qualificazioni, ce lo mostrerà in Francia.

venerdì 18 settembre 2015

#SERIEA: I FANTACONSIGLI PER LA QUARTA GIORNATA


PORTIERI
Quelle della quarta giornata sono partite difficili da pronosticare, quindi risulta ancora più complesso individuare quali portieri potrebbero non subire gol. Uno su cui puntare è Karnezis (UDI-EMP), ma affidabili sono anche Mirante (BOL-FRO) e Tatarusanu (CAR-FIO).

DIFENSORI
Dopo l’ottima prestazione da ex contro la Roma, Rosi (BOL-FRO) può trovare continuità sulla fascia. Puntate su di lui. Gonzalo Rodriguez (CAR-FIO) deve farsi perdonare per l’espulsione in Europa League e di solito lui non sbaglia mai due partite di seguito. Paletta (ATA-VER) ha esordito bene nella scorsa giornata, può essere il migliore del proprio reparto, anche se avrà un cliente tosto come Toni.

CENTROCAMPISTI
Il Papu Gomez (ATA-VER) si è già sbloccato, in casa con un gran gol contro il Frosinone. Contro il Verona, può ripetersi. Brienza (BOL-FRO) invece può finalmente sbloccarsi e trascinare il Bologna ai primi punti stagionali. Ultimo su cui puntare è Baselli (TOR-SAMP), il centrocampista re Mida, che ogni palla che tocca è gol, già 3 in tre partite.

ATTACCANTI
Mattia Destro (BOL-FRO) ha voglia di fare gol e il Frosinone può essere la prima vittima della punta di Ascoli Piceno. Uno che fa sempre gol alle ex squadre è Quagliarella, da mettere contro la Samp. Non è un rischio puntare su Pandev (GEN-JUV), che sa come far male ai bianconeri.

ECCO LE SCOMMESSE DEL NOSTRO ESPERTO
PORTIERE: REINA (LAZ-NAP)
DIFENSORE: ABATE (MIL-PAL)
CENTROCAMPISTI: SODDIMO (BOL-FRO)

ATTACCANTI: MATOS (CAR-FIO)

lunedì 14 settembre 2015

INTER, UN LUNEDI' DA SOGNO


Chissà quanto pagherebbero i tifosi nerazzurri per vivere altri lunedì come questo…
Vittoria nel derby e primato in classifica, da soli a punteggio pieno.
Nemmeno nelle più rosee aspettative, il popolo nerazzurro si aspettava un inizio del genere. Invece, dopo le amichevoli in fase di preparazione non proprio esaltanti (con due ko nei derby), è arrivato un inizio di stagione sorprendente, con tre vittorie, ma è arrivata soprattutto la convinzione di poter essere protagonisti (finalmente) in positivo.
Mancini lo sapeva e non ha mai dato peso alle polemiche d’agosto. L’allenatore interista si è fatto costruire una squadra di livello e con la sua esperienza sta riuscendo ad adattarla alla sua filosofia di calcio. 
Siamo alla terza giornata, c’è molto lavoro ancora da fare, ma la strada intrapresa da Mancini è sicuramente quella giusta.
L’Inter vista nel derby è piaciuta, perché ha giocato con cattiveria e con la voglia di portare a casa i tre punti. Ieri i nerazzurri hanno giocato da grande squadra, soffrendo, ma lottando su tutti i palloni. 
La difesa, nonostante l’assenza di Miranda, ha fatto una partita di sacrificio e concentrazione. Medel e Murillo si sono trovati bene insieme, e nei momenti in cui si sono fatti trovare impreparati, ci ha pensato Juan Jesus ha compiere due miracoli. In generale comunque, molto bene la fase difensiva nella azioni a palla coperta, mentre c’è qualcosina da rivedere nelle azioni a palla scoperta: troppe, infatti, le volte in cui un difensore dell’Inter si è trovato uno contro uno con un’attaccante milanista, soprattutto nel primo tempo. 
Molto bene Santon, che gioca finalmente con continuità e bravo sia in fase offensiva e difensiva. Anche Telles, che ieri ha esordito, ha mostrato di avere ottime potenzialità
A centrocampo ha dominato Felipe Melo. Un gigante. Se i tifosi nerazzurri erano perplessi sull’acquisto del brasiliano, dopo il derby, devono assolutamente ricredersi. E’ vero, troppo facile giudicare un giocatore solamente dopo una partita, ma il centrocampista ex Juve ieri sera ha fatto un partita da campione, assicurando tanta qualità e tantissima quantità, in un centrocampo che l’anno scorso era totalmente privo di personalità. Oltre al brasiliano, di rilievo la partita di Kondogbia, che dopo un primo tempo opaco, nella ripresa si è trasformato in un autentico leader. Nota di merito al terzo di centrocampo, Guarin, che pur non essendo stato sempre al centro del gioco, ha deciso il match con un grande gol.
Nel reparto offensivo c’è ancora un po’ di lavoro da fare: sono arrivati nuovi giocatori e, ovviamente, ci vuole tempo perché ci sia sintonia nelle giocate. Ieri, però, si sono visti buoni spunti, con un Jovetic sempre più vicino a quello di Firenze. 
Icardi, inoltre, sta tornando in condizione. L’avvio di stagione ha mostrato che l’Inter riesce a vincere anche senza i gol del capocannoniere dello scorso campionato, ma sono sicuro che Maurito al 100% diventerà il grande trascinatore di questa Inter. 
Esordio positivo per Perisic, che non ha giocato nel suo ruolo ideale, ma ha interpretato perfettamente le linee guida di Mancini. Bene la prima, ora non può che migliorare.
In generale, ieri sera si è vista una buona Inter, con molte idee per arrivare al gol (gioco sulla fasce, verticalizzazioni, tagli al centro, contropiedi) e più quadrata dietro, con tutti i giocatori pronti a darsi una mano a vicenda.
Ora i nerazzurri sono da soli in vetta al campionato, non hanno le coppe e possono concentrare tutte le energie per la prossima giornata a Verona con il Cheivo. Le cose iniziano a girare bene e Mancini ha la possibilità di lavorare con la squadra senza particolari pressioni. 
Ora sta all’Inter dimostrare ai propri tifosi che questo non è solo un sogno di una notte di fine estate. Inter prima e le grandi rivali dietro: la Roma a -2, il Milan a -6, il Napoli a -7 e la Juve a -8. 
Chissà quanto pagherebbero i tifosi nerazzurri per vivere altri lunedì come questo...



venerdì 11 settembre 2015

I FANTACONSIGLI PER LA TERZA GIORNATA


PORTIERI
Sono due i portieri su cui puntare forte per questa giornata. Gigi Buffon (JUV-CHI) contro il Chievo, dopo due giornate piuttosto impegnative, non dovrebbe avere troppi problemi, anche se il condizionale è d’obbligo. L’altro portiere è Sorrentino (PAL-CAR), l’unico estremo difensore della Serie A ancora imbattuto. Non sembra poter essere il Carpi la prima squadra capace a violare la porta rosanero.

DIFENSORI 
Tra i difensori, consigliamo Bonucci (JUV-CHI) e Marcos Alonso (FIO-GEN), che si trova in stato di grazia, anche se la sosta può giocare brutti scherzi, e infine Lazaar (PAL-CAR), che gioca più avanzato ed è sempre pericoloso in zona gol.

CENTROCAMPISTI
E’ dall’inizio del campionato che consigliamo Pogba, ma in entrambe le partite ha deluso. In questa giornata è contro il Chievo in casa ed è chiamato ad una prova di riscatto. Noi lo rischieremo un’altra volta. Oltre a Paul, Ilicic (FIO-GEN) e Saponara (EMP-NAP) hanno mostrato grandi cose in questi primi match. Candreva (LAZ-UDI) cercherà di sbloccarsi contro la sua ex squadra. Occhio anche a Soriano (SAMP-BOL):

ATTACCANTI
Eder (SAMP-BOL) è il capocannoniere della Serie A e la difesa del Bologna deve essere perfetta per inibire l’attaccante italo-brasiliano. Gilardino (PAL-CAR) esordisce con la maglia del Palermo e contro il Carpi può già trovare il suo primo gol in rosanero. Un altro che deve ancora segnare è Luca Toni (VER-TOR), puntare su di lui non è mai sbagliato. Per non parlare poi di Dzeko (FRO-ROM), che si è sbloccato e non vuole più fermarsi. Per quanto riguarda gli attaccanti che giocheranno il derby, vi consigliamo Icardi da una parte e Bacca dall’altra.

LE SCOMESSE DELL’ESPERTO
PORTIERE: Sportiello (SAS-ATA)
DIFENSORE: Tonelli (EMP-NAP)
CENTROCAMPISTA: Bruno Fernandes (LAZ-UDI)
ATTACCANTE: Matri (LAZ-UDI)

lunedì 7 settembre 2015

MIRACOLO ISLANDA

Sotto al vulcano Eyjafjallajökull si è scritta la storia islandese, per lo meno quella calcisitica.
Infatti, l’Islanda si è qualificata per la prima volta agli Europei di calcio, che si disputeranno il prossimo anno in Francia. 
Un’impresa incredibile quella compiuta dalla squadra allenata dallo svedese Lars Lagerbäck, dato che nella sua storia la nazionale islandese non si era mai qualificata per una competizione internazionale.
L’Islanda è prima nel girone A, a 19 punti, a braccetto con la Repubblica Ceca, in un girone di fuoco che vede anche nazionali più quotate come Turchia e Olanda, quest’ultima con un piede e mezzo fuori dall’Europeo e che deve sperare in un miracolo per qualificarsi. E pensare che per molti, un anno fa a inizio qualificazioni, l’Islanda era la squadra cenerentola del girone. Invece l’Islanda ha fatto qualcosa di pazzesco, chiedere a Repubblica Ceca, Olanda e Turchia, tutte battute dalla nazionale islandese.
E’ bastato, poi, uno striminzito 0 a 0 a Reykjavík contro il fanalino Kazakistan a trasformare quello che pareva un sogno irrealizzabile in realtà. Al Laugardalsvöllur, stadio della capitale islandese, tanto possesso ma poca incisività nel primo tempo per gli uomini di Lagerbäck, che manovrano tanto ma senza creare grossi pericoli. Nella ripresa lo spartito è lo stesso, con la squadra di casa che controlla la gara ma senza trovare la via del gol. Poco importa, perché è un pareggio che sa di vittoria, una vittoria bellissima, impensabile ma soprattutto meritatissima.
Le parole di Gunnarsson, capitano e leader della squadra, subito dopo l’ottenimento della qualificazione, riassumono in una frase l’impresa quasi eroica compiuta dalla propria squadra: "E' incredibile, sono sotto choc. Abbiamo lavorato duramente per arrivare fin qui. Siamo la prima squadra islandese a qualificarsi per le fasi finali, quando ho iniziato a giocare non avrei mai sognato che potesse accadere.
La cosa ancora più incredibile è che in questa nazionale non ci sono campioni, non c’è il fuoriclasse che trascina una squadra grazie alle sue giocate (vedi Bale per il Galles). No, qui c’è un gruppo unito, compatto, nel quale troviamo buoni giocatori, alcuni sconosciuti ai più, alcuni invece che giocano titolari in squadre importanti.
E’ il centrocampo il reparto più forte di questa squadra, che è composto da Birkir Bjarnason, ex Pescara ora al Basilea, Gylfi Þór Sigurðsson, regista dello Swansea, Emil Hallfreðsson, che in Italia conosciamo bene e, infine, Aron Einar Gunnarsson, del Cardiff, ma che interessa a molti top club.
In attacco, inoltre, c’è il trentaseienne Eiður Guðjohnsen, che ora gioca in Cina, ma che nella sua carriera ha vestito maglie gloriose come quelle del Chelsea e del Barcellona. Pensate che, il 24 aprile 1996, Guðjohnsen debuttò in Nazionale sostituendo il padre Arnór nel secondo tempo di un'amichevole tra Islanda ed Estonia, entrando nella storia del calcio dato che mai prima di allora un padre e un figlio avevano giocato entrambi in una partita internazionale.
Il miracolo Islanda, però, forse non ci sarebbe stato senza la magistrale regia di Lars Lagerbäck, uno che ha fatto del calcio la propria vita. L’Islanda è la terza nazionale che allena, in precedenza è stato CT della Svezia (per un decennio) e della Nigeria.
Ora in tutta l’isola si sogna un Europeo da protagonista, un Europeo in cui la debuttante metta in difficoltà l’Europa. Nel 2010 toccò al vulcano islandese Eyjafjöll mettere in ginocchio l’Europa, con un eruzione che creò seri problemi alla navigazione aerea nei cieli europei. 
Nel 2016, invece, potrebbe essere la nazionale islandese a mettere in ginocchio l’Europa, questa volta, però, negli stadi francesi.

lunedì 31 agosto 2015

PICCOLE GRANDI SQUADRE



Sarà anche calcio d’agosto, ma vedere lì sopra Chievo, Sassuolo, Torino e Palermo, a punteggio pieno, fa un certo che. Insieme a loro c’è anche l’Inter, che nonostante due partite non proprio illuminanti, è riuscita comunque a ottenere 6 punti.
Fa ancora più strano vedere lì sotto la Juve, ancora a 0 punti, e il Napoli, con un misero punticino.
Bisogna però dare grande merito alle quattro capoliste che non ti aspetti, squadre che stanno sorprendendo tutti con ottime prestazioni.

Il Chievo di Maran ha imparato a segnare. La difesa, già ottima lo scorso anno, sta continuando su quei livelli, con solo un goal subito in due partite. Il grande problema della stagione passata erano i pochi goal segnati (peggior attacco 2014/15), ma ora l’aria sembra cambiata: sette goal in due partite, con il tridente formata da Birsa, Meggiorini e Paloschi semplicemente formidabile. Maran sta dando prova di essere un ottimo allenatore e dopo quello di Catania, si sta preparando a fare un altro miracolo. I Mussi volanti, in questo inizio di campionato, hanno davvero spiccato il volo.
Il Sassuolo ormai stupisce dal 2013/14, il suo primo anno in Serie A. Dopo due salvezze raggiunte con ampio anticipo, soprattutto nel campionato scorso, i neroverdi sono partiti col botto: vittoria contro il Napoli e nel derby con il Bologna. A parte Zaza, lo zoccolo duro della squadra è rimasto, compreso il gioiellino Berardi, che però dovrà stare fermo per circa un mese. Inoltre, i nuovi arrivati, Duncan, Defrel, ecc, sono giocatori importanti, che possono far fare un ulteriore salto di qualità alla squadra di De Franceschi, che, quest’anno, alla zona Europa potrebbe farci più che un semplice pensierino.

Da applausi il Torino di Giampiero Ventura. Due vittorie convincenti, con il debuttante Frosinone e con la bella Fiorentina, con tanta qualità e grandi interpreti. Quagliarella è un’eterna sicurezza, ma dobbiamo sottolineare per l’ennesima volta le grandi manovre di mercato del club di Cairo: venduto al Manchester United Darmian, sono arrivati sotto la Mole tre giovani italiani terribili (Zappacosta, Baselli e Belotti), dei quali l’ex atalantino in grande spolvero, con già due gol segnati. Ventura, gran maestro di calcio e uno dei migliori allenatori italiani, può davvero stupire con questa squadra.

Infine il Palermo di Iachini, che nonostante la cessione di Dybala, il migliore lo scorso anno insieme al Mudo Vazquez, sta continuando a ottenere ottimi risultati. Le vittorie contro Genoa e Udinese, entrambe per 1 a 0, hanno mostrato un Palermo diverso da quello della stagione passata, più cinico in attacco e concentrato dietro. In più è arrivato Gilardino, uno cresciuto a pane e goal, che in rosanero vorrebbe arrivare a quota 200 gol in Serie A, gliene mancano 22. Con i goal del Gila, questo Palermo può sognare.

L’ultima" piccola" a vincere il campionato fu il Verona di Bagnoli, che vinse lo Scudetto nella stagione 1984/85. Trent’anni dopo, la storia potrebbe ripetersi… Ma siamo solo alla seconda giornata, e questo campionato promette tante sorprese. Prepariamoci!

sabato 29 agosto 2015

I FANTACONSIGLI DELLA 2A GIORNATA

Siamo giunti alla seconda giornata di campionato e i milioni di fantaallenatori si stanno preparando per inserire la loro formazione. Ecco i nostri fantaconsigli:

PORTIERI
In porta, consigliamo Diego Lopez (MIL-EMP), che dopo la super impegnativa trasferta di Firenze, probabilmente passerà un sabato sera tranquillo. Anche Bizzarri (CHI-LAZ) potrebbe essere una bella conferma: la Lazio è ancora scottata dall’uscita della Champions e potrebbe incappare in un’altra giornata da dimenticare. Buona scelta puntare anche su Handanovic (CAR-INT)

DIFENSORI
Per quanto riguarda i difensori, Antonelli (MIL-EMP) potrebbe essere grande protagonista sabato sera, soprattutto in fase offensiva. Oltre ad Antonelli, vi consigliamo De Maio (GEN-VER) ottimo difensore e bravo di testa in zona gol e Mbaye (BOL-SAS), che può stupire contro il Sassuolo.

CENTROCAMPISTI
Brienza (BOL-SAS), dopo l’assist all’Olimpico, è il giocatore sul quale il Bologna punta. Contro il Sassuolo, potrebbe essere decisivo. Rientra titolare Hernanes (INT-CAR), che contro il Carpi può tornare al gol. Hamsik (NAP-SAMP) è sempre in gran forma alla prime giornate, ergo, bisogna puntare su di lui. Anche Bruno Fernandes (UDI-PAL) sembra in grande condizione.

ATTACCANTI
Il Milan deve vincere, quindi giusto affidarsi a Bacca e Luiz Adriano. Pinilla (ATA-FRO) può sbloccarsi, come Palacio (INT-CAR) e Higuain (NAP-SAMP). Mai scelta sbagliata, poi, puntare su Quagliarella (TOR-FIO).

Ecco le scommesse del nostro esperto:
POR: Mirante (BOL-SAS)
DIF: Tonelli (MIL-SAMP)
CEN: Soriano (NAP-SAMP)
ATT: Longo (ATA-FRO)

venerdì 28 agosto 2015

CHAMPIONS LEAGUE: ROMA, MISSIONE POSSIBILE

Roma e Juve non hanno pescato benissimo, ma nella Capitale possono sorridere, confrontando il proprio girone con quello dei rivali.
Mentre il girone dei bianconeri è veramente duro, quello della Roma (girone E) non è proprio impossibile, anche se dovrà affrontare i campioni in carica del Barcellona. Oltre ai blaugrana, dall’urna di Montecarlo sono uscite il Bayer Leverkusen e il BATE Borisov.

BARCELLONA
Non servono tante presentazioni: tutti conoscono benissimo il Barcellona e tutti sanno quanto sia forte. Ovviamente è la favorita anche per la vittoria finale di questa Champions, visto che ha in rosa giocatori stratosferici, su tutti Leo Messi, ma anche Suarez, Neymar, Iniesta, ecc.
Eppure il Barcellona in questo inizio sembra meno brillante rispetto a quello che ha terminato la scorsa stagione: si è fatto rimontare in Supercoppa europa dal Siviglia e ha preso 4 goal dall’Athletic Bilbao in Supercoppa spagnola. Garcia, studiando bene le due partite, potrebbe fare un bello scherzetto al Barça, che, inoltre, non potrà schierare né Alex Vidal né Arda Turan in questa prima fase.
Sarà una sfida molto affascinante, anche perché Luis Enrique tornerà a Roma per la prima volta dopo averla allenata e perché, sempre per la prima volta, i due 10, Totti e Messi, si sfideranno in una gara ufficiale. Tanta curiosità, sicuramente sarà spettacolo.

BAYER LEVERKUSEN
I tedeschi sono un avversario tosto, chiedere alla Lazio per conferma. La Roma, quindi, dovrà fare attenzione nella doppia sfida, che si trasforma in una “strana” vendetta. Chissà per chi tiferanno i tifosi laziali…
Il Bayer, l’abbiamo visto, è una buona squadra, soprattutto dal centrocampo in su, con Bender e Kramer che formano un’ottima mediana (il neo arrivato Aranguiz si è rotto e starà fermo 6 mesi), mentre c’è tanta qualità nella trequarti: Bellarabi, Calhanoglu (19 gol in due campionati) e Mehmedi formano un incubo per qualsiasi difesa. Il quarto fantasista, il coreano Son, è appena stato venduto al Tottenham. Unica punta è il sempreverde Kiessling.
E’ dietro che il Leverkusen soffre, come si può vedere nel gol di Keita all’Olimpico. La difesa è lenta e non sempre reattiva: o riescono nella partita perfetta o l’attacco giallorosso può sbizzarrirsi.
Schmidt comunque è un ottimo allenatore e la Roma, quindi, non deve abbassare la guardia.

BATE BORISOV
Il BATE Borisov si presenta come la cenerentola del girone. Ma guai a considerarla già fuori. I bielorussi allenati da Yermakovich possono sorprendere, sfruttando proprio il fatto di essere considerati i più deboli. Giocheranno soprattutto in contropiede, affidandosi alle due stelle gialloblu: Alexandr Hleb, ex fantasista di Arsenal e Barcellona, e la punta Rodionov. La Roma non deve assolutamente sottovalutare il Bate, soprattutto in trasferta. Già l’anno scorso, nel freddo di Mosca, si è fatta rimontare all’ultimo minuto dal CSKA, perdendo due punti risultati alla fine fatali. Occhio, quindi, a non festeggiare troppo presto.


Tutto sommato alla Roma, che era in terza fascia, non è andata poi così male. Dietro al Barcellona, ci sono sicuramente i giallorossi, che se la giocheranno molto probabilmente con il Bayer Leverkusen, squadra che, però, qualitativamente è molto inferiore alla compagine di Garcia.

PERCENTUALE DI PASSAGGIO DEL TURNO DELLA ROMA: 80%



CHAMPIONS LEAGUE: JUVE, POTEVA ANDARE MOLTO MEGLIO...


L’urna di Montecarlo non è stato molto clemente con le italiane, per usare un eufemismo. Juve e Roma, infatti, sono state inserite in due gruppi di ferro, soprattutto quello bianconero.
La squadra di Allegri è stata inserita nel gruppo D e dovrà affrontare sfide tanto difficili quanto affascinanti, contro avversarie di livello: il Manchester City, il Siviglia e il Borussia Mönchengladbach.

MANCHESTER CITY
Delle squadre in seconda fascia, il City, insieme al Real, era quella più forte e sicuramente da evitare. I Citizens sono una corazzata, una squadra che già in queste prime tre giornate di Premier League ha dimostrato di essere una macchina da guerra: 8 gol fatti, 0 subiti e super vittoria contro il Chelsea di Mourinho per 3 a 0. La squadra di Pellegrini sembra aver sistemato i problemi degli scorsi anni, ovvero quelli della fase difensiva: Kompany è tornato sui livelli di una volta, un leader, Mangala si è definitivamente ambientato, mentre l’arrivo di Otamendi (pagato circa 45 milioni) non fa che aggiungere cemento armato al muro difensivo degli Sky blues.  Il centrocampo e l’attacco, invece, non hanno bisogno di presentazioni, con alcuni dei migliori giocatori del panorama internazionale. Yaya Touré, nonostante i suoi 32 anni, è ancora uno dei top nel suo ruolo, per non parlare poi dei vari tenori del reparto offensivo: Silva, Nasri, Navas, il neo arrivato Sterling e quello che deve arrivare, De Bruyne. L’ultimo da citare è quel fenomeno del Kun Aguero, uno che può cambiare le sorti di una partita con una sua giocata.
Il City ha speso quasi duecento milioni in questo mercato (cento in più della Juve) e, dopo anni di fallimenti in Champions, quest’anno vuol invertire la tradizione ed essere, finalmente, protagonista anche in Europa. Questo Manchester City è più quadrato del Real Madrid, per la Juve non poteva esserci sorteggio peggiore.

SIVIGLIA
Quando si dice il destino… Llorente e la Juve non hanno nemmeno avuto il tempo per salutarsi che già dovranno riabbracciarsi, anche se in questa occasione, il Rey Leon indosserà un’altra maglia, quella del Siviglia. La Juve ha pescato, infatti, la squadra andalusa, allenato da un grande allenatore quale Unai Emery.
Il Siviglia che si presenta in questa Champions ha cambiato molto (Bacca e Vidal out, Konoplyanka, Immobile, Llorente e Rami in), ma rimane un avversario temibilissimo, dato che è una squadra più adatta a giocare in Europa che in Spagna. I Rojiblancos sono, infatti, i vincitori delle ultime due Europa League e possono vantare un attacco molto forte, rispetto, però, ad una difesa non proprio impenetrabile, come abbiamo potuto vedere nella Supercoppa Europea contro il Barca e contro la Roma a metà agosto. Ma non bisogna assolutamente sottovalutare questa squadra, chiedere alla Fiorentina dello scorso anno.
La Juve, contro il Siviglia, non avrà per niente vita facile.

BORUSSIA MÖNCHENGLADBACH
Le due tedesche (Borussia Mönchengladbach e Wolfsburg) erano le squadre più ostiche della quarta fascia e la Juve, nemmeno nell’ultima estrazione, è stata fortunata.
Il Borussia Mönchengladbach è una squadra tosta, come del resto lo sono tutte le tedesche. Il reparto più forte della squadra bianconeroverde è sicuramente la difesa: lo scorso anno ha subito solamente 26 gol in 34 partite, anche se in questo inizio di stagione non è partita bene, con due sconfitte e sei reti incassate, di cui quattro dal Dortmund.
Il ‘Gladbach si presenta con la rigida organizzazione tattica tedesca, ma sfumata dalla freschezza svizzera, visto che è allenata dall’elvetico Favre e tra i titolari figurano il portiere Sommer, il centrocampista Xhaka, cercato più volte da club italiani, e Drmic, centravanti arrivato dal Leverkusen questa estate e dal quale si aspettano molti gol.
La Juve dovrà stare molto attenta contro i tedeschi. I bianconeri avevano già afforntato il Borussia negli ottavi di Coppa dei Campioni 1975-76 e allora non andò benissimo, con un k.o per 2-0 in Germania e un 2-2 a Torino.

La Juve di certo non è stata fortunata, ma è la squadra campione d’Italia e la finalista dell’ultima Champions, quindi è comunque la favorita del girone, anche se le turbolenze estive potrebbero avere anche conseguenze negative.
PERCENTUALE DI PASSAGGIO DEL TURNO DELLA JUVE: 70%




martedì 25 agosto 2015

L'ULTIMO TRENO PER SUPERMARIO


Certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Con questa frase, Adriano Galliani ha annunciato il ritorno di Mario Balotelli al Milan.
Una trattativa tanto veloce quanto clamorosa. SuperMario (che poi super non lo è più da tanto tempo) torna in Italia e riparte da dove c’aveva provato l’ultima volta, dal Milan.
Un anno fa aveva lasciato la Serie A alla volta di Liverpool, con la voglia di ritornare ad essere protagonista, e quale miglior campionato dove poterlo essere, se non la Premier League, nella quale Mario aveva già lasciato il segno nell’esperienza con il Manchester City?
Ma il Balotelli che ha lasciato Milanello l’anno scorso è completamente diverso da quello che ci ritorno oggi, 365 giorni dopo. Nell’agosto 2014, dopo un Mondiale fallimentare nel quale Balotelli è stato individuato come capro espiatorio, ha deciso di lasciare l’Italia, ormai stanca di lui, e di riprovarci al di là della Manica, dove tifosi e (soprattutto) tabloid lo amano.
In Inghilterra, però, le cose non sono andate come Mario si aspettava. Con i Reds è stata un’annata semplicemente da dimenticare: 4 reti in 28 gare, discontinuo e mai al centro del progetto. Se la scorsa stagione è finita male, questa appena iniziata è partita ancora peggio: fuori squadra a Liverpool e scomparsa del padre. Per Mario, quindi, all’orizzonte pareva non esserci la luce. Invece, grazie anche a Raiola, Balotelli ha ricevuto un’altra (l’ennesima) chance di ribalta, di dimostrare al mondo che lui è un campione e non uno bravo solo a sprecare il proprio talento.
Il Milan ha avuto coraggio a riprenderselo, ma lo accoglie a braccia offerte, perché sa che se Mario si sente a casa, può tornare Super.
Balotelli però si deve rendere conto che è davanti all’ultima possibilità di dimostrare il suo valore. Di solito la vita offre una, al massimo due chance di riscatto; per Mario, invece, la vita ha fatto un’eccezione. Balotelli ora ha tra le mani, o meglio, tra i piedi, l’opportunità di rinascere, per l’ennesima volta, e far ricredere tutti i numerosi critici (i milanisti in primis) che non punterebbero più un euro sul numero 45.
Dal punto di vista economico, l’affare Balotelli è da applausi, un po’ come quello di Cerci del gennaio scorso. Mario, venduto per circa 20 milioni un anno fa, torna in rossonero in prestito gratuito, con stipendio pagato al 50%, mentre il restante sarà a spese del Liverpool. Dal punto di vista tecnico, invece, i punti di domanda fioccano. Mario arriva come primo sostituto della coppia Bacca-Luiz Adriano, ma può cucirsi un ruolo importante grazie all’impegno e alla professionalità. Mihajlovic conta moltissimo su Mario, grazie al rapporto con il giocatore (rapporto costruito fin dai tempi dell’Inter) e sulla sua voglia di ribalta. L’ultimo anno, però, ha fatto vedere al mondo un Balotelli poco incisivo e mai determinante, quasi triste, anche se su Instagram continua a mostrarsi concentrato, sorridente e felice.
Ora, in rossonero, ha l’ultima grande occasione per far vedere che lui è davvero il campione che si pensava. Ha l’occasione per essere, veramente, concentrato, sorridente e felice.

lunedì 24 agosto 2015

INTER, BUONA LA PRIMA

Quando si dice "l’importanza di una vittoria".
E’ bastato un gol, all’ultimo minuto, per spazzare via in un istante un’estate di preoccupazioni e punti di domanda.
Una magia del nuovo numero 10, Stevan Jovetic, ha regalato una vittoria importantissima per il popolo nerazzurro, non solo per i 3 punti, ma anche perché era quello che serviva per risollevare l’ambiente interista.
Ieri, l’Inter, ha vinto un tipo di partita che l’anno scorso non riusciva a vincere: quanti punti persi in casa contro le piccole, tra pareggi insignificanti e sconfitte incredibili. Quella vista contro l’Atalanta, invece, è stata un'Inter, ovviamente ancora work in progress, che è riuscita a vincere da grande squadra, rimanendo concentrata anche quando la fine della partita era vicina e la palla non voleva sentirne di entrare alla spalle di Sportiello.
Serviva una vittoria, e nonostante un gioco non ancora brillante, questa è arrivata.
Bene i nuovi, che hanno costituito una spina dorsale di qualità e quantità. Miranda e Murillo sembrano giocare insieme da anni, belli da vedere e difficile da superare; l’Inter, con loro due, sembra finalmente aver trovato la giusta quadratura lì dietro.
Kondogbia sta lavorando per entrare nel pieno della condizione, ma già ieri ha mostrato di saper stare in campo, riuscendo a fare un gran lavoro sia in fase difensiva che in quella offensiva. 
Infine Jovetic, partito in panchina, ma subito lanciato in campo per sostituire l’infortunato Icardi, ha regalato la vittoria e fatto vedere che, al netto degli infortuni, può essere davvero un top player. 
La strada intrapresa sembra quella giusta, ma il calcio ci insegna a non fare previsioni troppo affrettate. Fatto sta che l’Inter ha vinto contro un avversario compatto e difficile da scalfire, anche se in 10 contro 11 per gran parte della ripresa. Ma come già detto, queste partite, l’anno scorso, non si vincevano. Quest’anno, invece, la squadra di Mancini ha dimostrato subito di essere affamata e volenterosa di fare bene. 
C’è ancora molto lavoro e serve qualche innesto, ma, come si dice in questi casi, chi ben comincia…

sabato 22 agosto 2015

I FANTACONSIGLI PER LA PRIMA GIORNATA

Questo week-end inizia, finalmente, la Serie A, quindi è tempo di inserire per la prima volta la vostra formazione del fantacalcio.
Dopo aver analizzato le varie partite, vi vogliamo dare qualche consiglio su quali giocatori puntare.




PORTIERI
Per quanto riguarda i portieri, Berisha (LAZ-BOL), Handanovic (INT-ATA) e Viviano (SAMP-CAR) potrebbero passare una giornata senza particolari problemi. Le avversarie, tra cui due neopromosse, giocano tutte fuori casa e faranno molta fatica ad attaccare. Attenzione però, l’Atalanta quando arriva a San Siro si trasforma. 
DIFENSORI
Per questa giornata il nostro consiglio è di puntare forte sui terzini o sui difensori che coprono ruoli più offensivi. Segnaliamo quindi Pasqual (FIO-MIL), che spesso sforna assist decisivi, Bruno Peres (FRO-TOR), che può sfruttare la sua velocità per far male al Frosinone e infine Lazaar (PAL-GEN), vicino dal Monaco, ma con tanta voglia di fare una bella figura davanti al proprio pubblico. Se dobbiamo farvi un nome per un centrale, diciamo Miranda (INT-ATA). Con Denis sarà vera lotta, ma con la sua esperienza può dominare la difesa. Pericoloso anche in attacco, nei calci piazzati.
CENTROCAMPISTI
Felipe Anderson, Candreva e Parolo (LAZ-BOL) possono essere decisivi contro i felsinei. Attenzione però, la stanchezza del preliminare di Champions può farsi sentire. Impossibile non consigliare Pogba (JUV-UDI), per la prima volta con il 10 allo Stadium, non vorrà di certo sfigurare. Il suo gemello Kondogbia (INT-ATA) ha promesso un gol contro l’Atalanta, puntare su di lui non è uno sbaglio. Anche Saponara (EMP-CHI) può essere decisivo.
ATTACCANTI
I due nuovi arrivati, Dzeko (VER-ROM) e Mandzukic (JUV-UDI) vogliono bagnare il loro esordio in Serie A con il gol. Da mettere in formazione, assolutamente! Il croato, però, è in forse, per un infortunio. Mettete Dybala per andare sul sicuro.
Poi la garanzia Icardi (INT-ATA) e anche Eder (SAMP-CAR), che a Marassi gioca sempre ad alti livelli.

Ogni giornata, il nostro esperto consiglia un giocatore per ruolo su cui puntare, che potrebbe stupire in positivo.
PORTIERE: Leali (FRO-TOR)
DIFENSORE: Hertaux (JUV-UDI)
CENTROCAMPISTA: Kucka (PAL-GEN)
ATTACANTE: Defrel (SAS-NAP)

venerdì 21 agosto 2015

SERIE A, SI PARTE!


Domani si accendono i motori: inizia il campionato!
Dopo un’attesa di quasi tre mesi, milioni di tifosi sono pronti a vivere un’altra, l’ennesima, stagione, che si preannuncia a dir poco emozionate e avvincente.
Saranno Verona e Roma a dare il via alla prima giornata della Serie A 2015/16, poi tutte le altre. Il campionato finirà il 15 maggio.
La favorita è sempre la Juve che, come ormai da qualche anno, parte in pole position. La squadra di Allegri, è vero, ha perso pedine fondamentali (Pirlo, Tevez, Vidal), ma ha fatto un mercato intelligente, riuscendo a portare a Torino ottimi giocatori, funzionali al nuovo progetto tecnico.
Il rischio del “nuovo”, però, c’è. I nuovi arrivati sono forti, ma c’è sempre la questione legata all’ambientamento che può giocare brutti scherzi. Anche se, come si è visto in Supercoppa, pare non ci siano grossi problemi. C’è, infine, grande curiosità per sapere chi sarà il nuovo trequartista. Serve un giocatore che possa risolvere le partite da solo, con una giocata, quello che, per capirci, faceva Tevez lo scorso anno.
Subito dietro, ma molto più vicino rispetto all’anno scorso, c’è la Roma. I giallorossi, rispetto alla Juve, non ha ceduto nessuno e hanno impreziosito la rosa con giocatori di primissimo livello, su tutti Dzeko e Salah. Ormai Garcia ha una certa esperienza nel campionato italiano e non può più sbagliare. A Roma vogliono lo Scudetto e con una squadra così, vincere lo scudetto non è più utopia.
Dopo Juve e Roma, c’è un gruppo di cinque squadre, dal quale può uscire una seria concorrente per il titolo finale.  La Lazio, terza lo scorso anno, ha cambiato poco, ma soprattutto ha tenuto i suoi tenori (Anderson, Candreva). Può confermarsi, anche se le manca ancora la mentalità vincente. Molto dipenderà dal preliminare Champions: se passa, ci potrebbe essere una ventata di positività, nuovi colpi e la squadra si renderebbe conto dei propri mezzi. Un’uscita, però, potrebbe avere l’effetto contrario, vedi il Napoli l’anno scorso.
La Fiorentina ha cambiato tanto, tantissimo, a partire dall’allenatore: via Montella, dentro Paulo Sousa. Il portoghese inizia la sua prima stagione da allenatore in Italia e quindi si porta dietro molti punti di domanda. Ma in preparazione, la Viola ha mostrato grandi cose. Se la squadra inizia a girare e Giuseppe Rossi torna aa essere Pepito, a Firenze si potrebbe anche parlare di terzo posto.
Il Napoli di Sarri è chiamato a sorprendere. Il primo obiettivo è migliorare il quinto posto dell’anno scorso: ADL vuole la Champions, il popolo azzurro vuole lo Scudetto. Anche il Napoli ha cambiato tanto, ma chi doveva restare, è restato. Su tutti, Gonzalo Higuain, chiamato alla stagione del riscatto. Se Sarri riesce a sistemare la difesa e a incuccare nei giocatori la mentalità del suo Empoli, il terzo posto diventa il minimo sindacale.
Il Milan può essere la grande sorpresa, in tema scudetto. Mihajlovic sa il fatto suo e, quest’anno, può dimostrare al mondo di essere un grande allenatore. Per farlo, la società rossonera lo ha accontentato in tutto e per tutto, con l’arrivo di giocatori perfetti per il suo gioco. Dopo anni tragicomici, questa per il Milan può, anzi deve essere la stagione del ritorno al posto che merita. Il sogno è lo scudetto, la prerogativa è il ritorno in Champions. Se arriva Ibra, però, il discorso cambia…
L’Inter, rispetto a Napoli, Fiorentina e Milan, non ha cambiato allenatore, eppure sembra la squadra più diversa. La situazione ad Appiano Gentile è piuttosto complicata: mancano ancora le pedine chiave per le idee di Mancini, mentre i giocatori in esubero non hanno intenzione di lasciare la Pinetina. L’Inter, quindi, si presenta al via con un grosso, grossissimo punto di domanda appiccicato. La materia prima c’è, con qualche ritocco, Mancini deve riuscire a costruire una grande squadra. Nel precampionato si è visto molto poco. I tifosi nerazzurri si aspettano una svolta, già a partire dalla prima giornata. Se l’Inter, però, dovesse ingranare, sarebbe (almeno) da podio.
Dietro a queste squadre, troviamo Torino, Genoa e Sampdoria. I granata hanno fatto un eccellente mercato e Ventura, grande maestro di calcio, può condurli a un campionato al di sopra di ogni più rosea aspettativa. Il Genoa, come ogni anno, ha cambiato molto. Gasperini, però, è abituato ed è pronto a stupire di nuovo, cercando di riportare la squadra in Europa, dopo che l’anno scorso, per motivi extracalcistici, non ci è potuta andare. In Europa, al suo posto, ci sono andati i cugini della Sampdoria, che, però, con Zenga in panchina, sono usciti, clamorosamente al terzo turno. Zenga dovrà riscattarsi in campionato, ma ciò che ha fatto l’anno scorso Mihajlovic sembra quasi impossibile da ripetere.
Dopo questo trio del nordovest italiano, passiamo a quattro squadre che hanno stupito l’anno scorso, tre in positivo (Palermo, Sassuolo e Verona), una in negativo, l’Udinese.
Il Palermo, senza Dybala e Belotti, ma ancora con Vazquez, è chiamato ad una grande prova di forza. Sarà dura ripetere la super annata appena passata, ma Iachini, sotto il cappello, ha le idee chiare per raggiungere una salvezza tranquilla. Il Sassuolo ha mantenuto l’ossatura dello scorso anno ed è riuscito a sostituire i partenti Zaza e Taider con Duncan e Defrel, due ottimi acquisti. Se poi, Berardi esplode, la salvezza si può raggiungere più che facilmente, facendo l’occhiolino anche all’Europa. Il Verona punta forte sui propri attaccanti: Toni e Pazzini sono sinonimi di gol assicurati. Il problema è più che altro in difesa. Mandorlini deve lavorare per evitare i grossolani errori dell’anno scorso. L’Udinese, infine, deve riscattare la deludente stagione passata con Stramaccioni. In panchina c’è un bravo allenatore, Colantuono, con grandi qualità, l’ideale per portare una squadra a una salvezza senza particolari patemi.
Chiude la classifica il gruppo delle squadre che molto probabilmente lotteranno fino all’ultimo per la salvezza. L’Atalanta l’anno scorso si è salvata solo alla penultima giornata e in questa finestra di mercato ha perso due talenti come Baselli e Zappacosta. Reja ha tanta esperienza, ma la squadra è quel che è. Il Bologna è forse la squadra più attrezzata delle sei, con un Destro che se gioca con continuità, è letale. Ma è sempre una neopromossa, e il salto tra B e A può giocare brutti scherzi. Carpi e Frosinone sono le due debuttanti. Il Carpi ha rinnovato la rosa, mentre i ciociari puntano forte sullo zoccolo duro che ha conquistato la A. Sarà, comunque, un campionato di sofferenza, al quale, però, non si presentano di certo come già retrocesse in partenza. Il Chievo, tra le sei, è quella con la squadra più compatta. Maran è un ottimo allenatore, bravissimo soprattutto a lavorare con i difensori. Il punto forte dei clivensi è proprio la fase difensiva. Infatti, chi prende meno gol, di solito, non retrocede. Chiude l’Empoli che, senza Sarri e molti giocatori, è chiamato all’impresa. Per mantenere la categoria è stato chiamato Giampaolo, di nuovo sulla panchina di una squadra di Serie A dopo svariati anni. Avrà un compito difficilissimo: per salvare l’Empoli servirà un miracolo.
Ora basta con le parole, però: da domani si fa sul serio! Signore e Signori, riparte la Serie A!!!

lunedì 17 agosto 2015

¡ADIOS, TEO!


Doveroso spendere qualche parola sulla trattativa che ha portato Mateo Kovacic dall’Inter al Real.
Ovviamente ci sono due grandi schieramenti. Da una parte i contenti, che vedono nella cessione del croato una manna dal cielo, che porta nelle casse nerazzurre tanti soldi per un giocatore mai decisivo. Dall’altra gli arrabbiati, quelli del #SaveKovacic, quelli che per nulla ragione al mondo avrebbero voluto privarsi delle giocate del centrocampista classe 1994.

Ma il calcio va così, e Kovacic, dopo due anni e mezzo, lascia l’Inter.

Mateo arriva a Milano dalla Dinamo Zagabria per circa 11 milioni, a soli diciotto anni, nel gennaio 2013, in quella squadra allenata da Stramaccioni che, tra infortuni e sfortuna, chiude l’anno al nono posto. Il presidente è ancora Massimo Moratti, che decide di esonerare il tecnico romano, chiamando al suo posto Walter Mazzarri.

Mazzarri, dopo gli anni napoletani, sembra perfetto per rilanciare il progetto Inter, progetto che sarebbe dovuto girare intorno a quel giovane talento croato, che aveva deciso di indossare la 10. Mazzarri vuole trasformare Kovacic nell’Hamsik interista, un giocatore determinante nel suo Napoli, un trascinatore e un leader. Ma l’allenatore toscano, si sa, non ha un gran feeling con i giovani, e per questo, Mateo, nella prima stagione mazzariana, soffre molto, mostrando a sprazzi il suo talento, senza mai trovare una certa continuità di prestazioni e con lo 0 sulla casella dei gol segnati.
Inoltre, giocare a San Siro, davanti ad un pubblico che non ti fa passare nulla e c’ha il fischio facile, non ha di certo mai giovato a Kovacic.

La seconda stagione con Mazzarri in panchina, però, poteva essere quella dell’esplosione dell’Inter ma, soprattutto, di Kovacic. Il croato parte subito bene, sbloccandosi nei preliminari di Europa League, realizzando una tripletta allo Stjarnan. Anche in campionato parte col botto, con due gol segnati nelle prime tre partite. Poi, però, Teo, come viene chiamato affettuosamente dai propri tifosi, si spegne, e con lui, la squadra nerazzurra.

A novembre, però, la possibile svolta: fuori Mazzarri, dentro Mancini, uno che l’universo Inter lo conosce bene e che non ha mai nascosto di considerare Kovacic uno dei talenti più promettenti del panorama calcistico internazionale.

Ma nemmeno con il Mancio in panchina le cose ingranano, anzi; media punti minore di quella di Mazzarri e deludentissimo ottavo posto, con la conseguente esclusione dalle coppe. Un fallimento. Kovacic passa dal fulcro del gioco alla panchina, uscendo quasi sistematicamente dagli schemi di Mancini. Un’involuzione che nessuno si aspettava, nata da un intesa mai troppo forte tra allenatore e giocatore e dalla questione sul suo ruolo in campo: per alcuni mediano, per alcuni mezzala, per altri trequartista. Un centrocampista “ibrido”, che spesso si è perso nelle sue giocate, ma che ha comunque dimostrato di aver un potenziale enorme.

Eppure non è bastato. Teo è stato per molto tempo il prescelto numero uno per lasciare Appiano Gentile e “finanziare” così il mercato nerazzurro. Molti tifosi, però, non sono mai stati d’accordo con questa ipotetica cessione. Nonostante i fischi e le critiche, infatti, Kovacic è sempre stato uno dei beniamini del popolo nerazzurro, e la campagna #SaveKovacic di qualche tempo fa ne è una chiara dimostrazione.
Le offerte arrivate (in primis quella del Liverpool), comunque, per la gioia dei tifosi, non avevano soddisfatto le richieste di Ausilio e per questo Mancini si era convinto a ripuntare su Kovacic. La società ha deciso, quindi, di cedere altri big, come Shaqiri, e di costruire una squadra in cui il 10 croato fosse, di nuovo,  al centro del progetto.

Poi però, all’improvviso, in una mattina di metà agosto, suona il telefono di Ausilio. Dall’altra parte della cornetta c’è il Real Madrid, che offre per Kovacic prima 28 milioni, per poi spingersi fino a 35 milioni più bonus.

Ora, provate a mettervi nei panni dell’Inter. Vi arriva un’offerta monstre per un giocatore forte, potenzialmente fortissimo, ma che deve dimostrare ancora tanto e che, per l’allenatore, non è un titolare fisso. Inoltre, vi servono soldi, per rientrare di quelli spesi precedentemente e per il fair play finanziario. Che fate? Dite di no?

E’ vero, Kovacic a Madrid può diventare quello che a Milano non è riuscito a diventare, ovvero un campione. Ma, forse, l’Inter non aveva più voglia né tempo di aspettare l’esplosione del talento croato. Questa trattativa, alla fine, soddisfa tutti.
Soddisfa l’Inter, che si trova tra le mani un tesoretto inaspettato, che sarà in parte riinvestito nel mercato. Soddisfa Benitez, che voleva un centrocampista per il suo Real ed è stato, così, accontentato. Soddisfa lo stesso Kovacic, che lascia una piazza in cui è cresciuto molto, per trasferirsi in uno dei top club mondiali dove può dimostrare a tutti le sue enormi qualità. E poi, se dobbiamo dirla tutta, la Liga è un campionato che si addice di più a uno con le caratteristiche tecniche e fisiche di Teo.

Anche se dispiace. Dispiace vedere un altro talento partire e che l’Inter non è riuscita a valorizzare totalemente. Per molti è una storia già vista, con Coutinho che ora incanta Anfield. La paura più grande è che Kovacic si riveli un craque, un fenomeno, un giocatore che a San Siro si è potuto solo immaginare.

Ma, sinceramente, è anche il mio augurio. Kovacic è potenzialmente fortissimo, è giovane e può dimostrare finalmente tutto il suo talento, senza aver il peso della squadra sulle spalle. E vedrete, senza la pressione che gli abbiamo messo in Italia, Kovacic farà vedere, veramente, ciò di cui è capace.

¡Buena suerte,Teo!

giovedì 6 agosto 2015

"SOLDI, SOLDI, SOLDI"


La colonna sonora di questo calciomercato potrebbe essere "Soldi, soldi, soldi" di Betty Curtis, visti i prezzi folli che girano, in Italia come all’estero. E’ palese come le cose siano cambiate con il tempo: nel 2003, con 32 milioni il Barcellona prendeva Ronaldinho dal PSG, mentre oggi con 46 milioni il Liverpool compra Benteke.
Nel corso di dodici anni è cambiato il calcio e conseguentemente il mercato.
Oggi ogni squadra si sente in dovere di sparare prezzi pazzeschi per i propri giocatori, che magari arrivano da una sola buona stagione, ma una volta non era così.
Si spendeva (molto), ma per giocatori che valevano fino all’ultimo centesimo. Vieri passò all’Inter per 45 milioni, Inzaghi alla Juve per 37, Nesta fu strappato dal Milan alla Lazio per più di 30 milioni e via dicendo, tutti giocatori che comunque hanno scritto pagine importanti del calcio italiano e non.
In questa finestra di mercato, invece, le cifre che si sentono fanno quasi rabbrividire.
Savic è passato dalla Fiorentina all’Atletico Madrid per circa 25 milioni (il cartellino di Mario Suarez più 10 milioni), una cifra esorbitante, se pensate che l’Inter acquistò Fabio Cannavaro dal Parma per 23 milioni. Per non parlare della stessa Inter, che comprò Materazzi dal Perugia per “soli” 10 milioni, quando ora, con quei soldi, non si riesce a comprare nemmeno la metà di Maksimovic, dato che il Torino chiede circa 20 milioni per il suo difensore.
O parliamo di Romagnoli, giovanissimo, ma che la Roma non vuole cedere per meno di 30 (trenta!!!) milioni.
Per quanto riguarda gli affari dei centrocampisti, per molti, le spese fatte da Inter e Milan per Kondogbia e Bertolacci, rispettivamente 30 milioni (più 5 di bonus) e 20 milioni, sono esagerate, pensando che per 20 milioni, la Juve strappò Vieira all’Arsenal,
Anche i 32 milioni (più 8 di bonus) spesi dalla Juve per Dybala sono tanti, se si considera che il talentino argentino arriva da una sola buona stagiona in Serie A e che il Napoli, per Cavani, ne spese solamente 12.
E come non parlare del colpo più importante (a livello economico) di questa estate: Raheem Sterling, passato dal Liverpool al Manchester City per circa 68 milioni.
Una cifra incredibile, che fa diventare il classe ’94 inglese l’ottavo giocatore più pagato di sempre, vicino a gente del calibro di Kaka, passato dal Milan al Real per 65 o Zidane, dalla Juve al Real per 73. Ma Sterling, a differenza degli altri due, ha ancora tantissimo da dimostrare.
Ronaldo (il fenomeno) passò dall’Inter al Real per 45 milioni. Guardando i prezzi attuali, è stato praticamente regalato.
Ma i tempi sono cambiati, e i prezzi sono fatti da tante cose.
Dobbiamo rassegnarci, il mercato, signori, ormai è questo!

mercoledì 5 agosto 2015

MILAN, LA DIFESA NON REGGE


Beh che dire, la partita contro il Bayern ha demolito (o quasi) tutto le cose buone mostrate dal Milan durante questa preparazione.
E’ bastata una sola partita per evidenziare le tante lacune dei rossoneri. E chi parlava di un nuovo Milan, di un Mihlan già pronto per affrontare il campionato con il ruolo di rivale più accreditato della Juve, inevitabilmente, deve fare un passo indietro.
"Non c'è stata partita per la bravura dell'avversario - spiega il Mihajlovic - Loro sono collaudati, ma noi non abbiamo messo intensità e neanche personalità. Dobbiamo migliorare, ma stiamo lavorando. Ci siamo mossi poco, loro ci hanno pressati in avanti e questo è il calcio moderno: dobbiamo abitarci. Ci hanno sovrastati sotto tutti i punti di vista. Non dobbiamo perdere fiducia in noi stessi, ma in questo momento c'è differenza fra noi e loro. Noi possiamo fare di più e dobbiamo fare di più.”.
A parte i primi cinque minuti del secondo tempo, il Milan non è mai stato pericoloso, ma gli errori più gravi sono stati fatti senza dubbio in difesa.
C’è l’attenuante che l’avversario era una delle tre squadre più forti al mondo, ma è anche vero che il Milan ha completamente sbagliato approccio, soffrendo praticamente tutta la partita. Contro un Bayern così sarebbe stato difficile per tutti, ma i rossoneri potevano e dovevano fare qualcosa in più.
Per non parlare degli errori individuali, come quelli di Zapata e di Alex, con quest’ultimo che ha dato il via allo splendido gol di Lewandowski. Al Milan uno come Romagnoli serve come l’ossigeno e se per averlo serve un grande sforzo economico, bisogna farlo.
Il difensore della Roma serve, molto più di Ibra, perché Zlatan sarebbe la ciliegina sulla torta, l’ex Samp, invece, sarebbe il pan di spagna, la base di tutto.
Se il Milan dovesse affrontare la stagione con i difensori che ha in rosa in questo momento (Zapata, Mexes, Alex, Paletta e Rodrigo Ely), si dovrebbe preparare a soffrire. Molto.
Con questa difesa, vale la filosofia di Zeman “Se fai un gol più degli altri te ne freghi”, con la speranza (di Mihajlovic e del popolo rossonero) che Bacca&Co facciano tanti tanti gol.