Quando si dice "l’importanza di una vittoria".
E’ bastato un gol, all’ultimo minuto, per spazzare via in un istante un’estate di preoccupazioni e punti di domanda.
Una magia del nuovo numero 10, Stevan Jovetic, ha regalato una vittoria importantissima per il popolo nerazzurro, non solo per i 3 punti, ma anche perché era quello che serviva per risollevare l’ambiente interista.
Ieri, l’Inter, ha vinto un tipo di partita che l’anno scorso non riusciva a vincere: quanti punti persi in casa contro le piccole, tra pareggi insignificanti e sconfitte incredibili. Quella vista contro l’Atalanta, invece, è stata un'Inter, ovviamente ancora work in progress, che è riuscita a vincere da grande squadra, rimanendo concentrata anche quando la fine della partita era vicina e la palla non voleva sentirne di entrare alla spalle di Sportiello.
Serviva una vittoria, e nonostante un gioco non ancora brillante, questa è arrivata.
Bene i nuovi, che hanno costituito una spina dorsale di qualità e quantità. Miranda e Murillo sembrano giocare insieme da anni, belli da vedere e difficile da superare; l’Inter, con loro due, sembra finalmente aver trovato la giusta quadratura lì dietro.
Kondogbia sta lavorando per entrare nel pieno della condizione, ma già ieri ha mostrato di saper stare in campo, riuscendo a fare un gran lavoro sia in fase difensiva che in quella offensiva.
Infine Jovetic, partito in panchina, ma subito lanciato in campo per sostituire l’infortunato Icardi, ha regalato la vittoria e fatto vedere che, al netto degli infortuni, può essere davvero un top player.
La strada intrapresa sembra quella giusta, ma il calcio ci insegna a non fare previsioni troppo affrettate. Fatto sta che l’Inter ha vinto contro un avversario compatto e difficile da scalfire, anche se in 10 contro 11 per gran parte della ripresa. Ma come già detto, queste partite, l’anno scorso, non si vincevano. Quest’anno, invece, la squadra di Mancini ha dimostrato subito di essere affamata e volenterosa di fare bene.
C’è ancora molto lavoro e serve qualche innesto, ma, come si dice in questi casi, chi ben comincia…
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