
Il Milan, sul suo sito, ha voluto
poi ricordare tutto quello che Inzaghi, da giocatore e allenatore delle
giovanili, ha vinto in rossonero. Parole che hanno cercato di rimediare al
freddo comunicato di qualche ora prima.
Una pessima conclusione per una vicenda
gestita male fin dai primi istanti.
Berlusconi non lo voleva più, ok, ma si
poteva evitare tutto il circo mediatico che si è creato intorno alla figura
dell’ormai ex tecnico rossonero, partendo dalla corte spietata ad Ancelotti e
il tentativo di riportarlo al Milan, all’annuncio di aver trovato l’accordo con
Mihajlovic, passando per la sfilza di nomi di allenatori, che sembravano pronti
a sostituirlo.
Probabilmente Pippo quest’anno
non avrebbe dovuto allenare il Milan, anzi; forse, lui non avrebbe proprio
voluto allenare la prima squadra rossonera, ma, diciamo, che gli è stato
imposto. Lui avrebbe voluto avere un’esperienza in un club più piccolo e meno
esigente, come il Sassuolo, per fare esperienza, ma il destino non ha voluto
così.
Si sapeva già a giugno dello
scorso anno, che il Milan sarebbe andato incontro ad una stagione difficile e,
nell’ipotesi di un risultato negativo, il fatto di avere un allenatore giovane
e poco esperto si sarebbe rivelato un perfetto capro espiatorio. E così è
stato, al prezzo però di bruciare un tecnico giovane e con tanta voglia di
fare.
Inzaghi ha avuto le sue colpe, ha
peccato certamente di inesperienza, ma bisogna anche dargli merito, perché ha
cercato di difendere (a volte sfiorando il ridicolo) una nave, che ha iniziato a imbarcare acqua dallo scorso
agosto, senza mai, però, affondare completamente.
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