Questa sembra la volta buona:
Alvaro “El Chino” Recoba dovrebbe lasciare il calcio a fine di questa stagione,
che si è conclusa con la vittoria del campionato del suo Nacional de
Montevideo, titolo numero 45 in bacheca.
Lo aveva già annunciato un anno fa, poi il
ripensamento e le nuove immancabili magie: difficile possa rifarlo ancora,
nonostante le offerte che non mancano, dall'India soprattutto.
Recoba è stato tra i più forti e i più
discontinui giocatori che hanno vestito la maglia dell’Inter negli ultimi
vent’anni: faceva una partita bene, una benissimo e poi sette male, senza
incidere. Ma “El Chino” era così, e gli bastava una giocata, con quel sinistro
magico, per cambiare le cose. Per questo era il preferito di Massimo Moratti.
Arrivò all’Inter nel 1997 e ci giocò fino al
2007, a parte una breve parentesi a Venezia.
Due sono le giocate da mettere in copertina
per il Recoba nerazzurro: il goal a Empoli, con un pallonetto pazzesco da
cinquanta metri e il 3 a 2 in quell’Inter-Sampdoria passata alla storia come la
partita emblema della Pazza Inter.
Non mi ricordo bene quando fece il primo
goal, avevo solo 4 anni dopotutto… ma poi l’ho visto e rivisto, apprezzandolo
ogni volta di più. Il secondo goal, invece, lo ricordo benissimo, come ricordo
tutte le emozioni che ho vissuto in quella partita: dalla tristezza, rabbia e
delusione sono passato a sorpresa, fiducia e, infine, gioia incontenibile.
All’89esimo la Samp vinceva 2 a 0 (Tonetto e Kutuzov), poi è successo
l’incredibile: Martins, Bobone e Recoba ribaltarono la partita, rendendo
possibile l’ impossibile.
“El Chino” dice basta, appende le scarpette
al chiodo, anche se quella sinistra meriterebbe un posto d’onore nel museo del
calcio.
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