La partita contro la Croazia, nonostante tante assenze e la stanchezza di fine stagione, ha portato ad alcune interessanti considerazioni.
La grinta che Conte riesce a dare ai propri giocatori, che sia una semplice amichevole o che sia una partita decisiva per gli Europei, è qualcosa di incredibile. Ma questo, non lo scopriamo mica oggi…
L’Italia, comunque, ha giocato discretamente e siamo riusciti a tornare a casa da Spalato con un pareggio preziosissimo, in una serata in cui sembrava dovesse andare tutto storto, dal goal annullato agli infortuni.
Un risultato ancora più importante, se notiamo, a malincuore, che la nostra rosa non è di altissimo livello, soprattutto mettendola a confronto con grandi Nazionali del passato.
In attacco siamo ancora un po’ troppo immaturi: abbiamo giovani di belle speranze (El Shaarawy, Zaza) che devono ancora confermarsi ad alti livelli, abbiamo buoni centravanti, come Pellè e Immobile, che non sono però dei top player; l’unico che ieri sera ha fatto la differenza è Candreva, con un’altra prestazione di livello, a concludere un anno eccezionale.
Il centrocampo è, senza dubbio, il reparto più forte, con giocatori di spessore internazionale come Pirlo, Verratti, De Rossi e Marchisio e alcuni giocatori che magari non sono dei campioni, ma sono comunque degli ottimi centrocampisti, da Parolo a Bertolacci, passando per Soriano.
La difesa, secondo me, è il reparto più in crisi. Da sempre, la nostra Nazionale ha basato le sue fortune sulla fase difensiva: Collovati, Scirea, Gentile, Cabrini e Bergomi nel 1982, Maldini, Baresi, Costacurta e Tassotti nel 1994, Materazzi, Cannavaro, Nesta e Zambrotta nel 2006.
Non è assolutamente una critica verso i vari Bonucci, Astori o Ranocchia, perché, evidentemente, sono i migliori centrali in Italia, ma è una riflessione verso l’intero movimento calcio.
Dopo aver sfornato per anni ottimi difensori, oggi in Italia sembra si sia invertita la rotta, puntando molto di più su attaccanti e giocatori offensivi. A livello internazionale, di difensori veramente forti, in circolazione, ce ne sono pochi, di italiani praticamente nessuno.
La maggior parte delle speranze del calcio italiano sono indirizzate verso Daniele Rugani, il giovane difensore che ha fatto una super stagione con l’Empoli e nella prossima potrebbe vestire la maglia della Juve. Fosse per me, sarebbe titolare sempre: bello da vedere, corretto, intelligente, forte, in poche parole, un difensore modello.
Se vogliamo tornare ad essere tra le top five, dobbiamo assolutamente ritornare a sfornare altri Rugani. Questo è il punto. In Italia non vince quasi mai la squadra con l’attacco più forte, ma vince la squadra con la difesa migliore, la Juve degli ultimi anni è un esempio lampante, ma come non ricordare il primo Milan di Allegri con Thiago Silva e Nesta o l’Inter del Triplete con Samuel e Lucio, Maicon e Zanetti, o andando più in là nel tempo, la Juve di Capello, con Cannavaro, Thuram, Zambrotta…
Concludo facendo un grosso in bocca al lupo a Lorenzo De Silvestri, che ieri sera, purtroppo, si è rotto crociato anteriore e menisco esterno e dovrà stare fuori almeno 6 mesi.
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