lunedì 15 giugno 2015

NAPOLI A TUTTO SARRI


Sarri a Napoli mi intriga molto.
In Italia c’è molta paura nell’affidare una big ad un tecnico non di blasone e, per questo, la scelta di De Laurentiis è da ammirare. Anche se, quando è uscita la notizia dell’esonero di Montella, c’è stato un piccolo ripensamento da parte di ADL
Fatto sta che ora Maurizio Sarri è il nuovo allenatore del Napoli e si trova, per la prima volta in 56 anni, ad essere al centro di un progetto importante, in uno dei palcoscenici più affascinanti del calcio italiano e internazionale.
Sarri, toscano, ma napoletano di nascita, è un ottimo allenatore, come ha dimostrato ad Empoli e nelle stagioni precedenti, ed ora avrà a che fare con un ambiente difficile da gestire e soprattutto molto esigente, che non perdona nulla, o quasi.
A Napoli c’è aria di rivoluzione tecnica e tattica: alcuni big potrebbero partire (Higuain? Callejon? Albiol?) mentre potrebbero arrivare giocatori dal curriculum non proprio esaltante, ma funzionali al gioco di Sarri (Hysaj e Tonelli?). Dopotutto, non servono solo top player per vincere e per giocare bene, ma serve una squadra compatta, nella quale tutti si aiutano per portare a casa il risultato. E Sarri, in questo, è un maestro.
Il tecnico napoletano è bravissimo anche con i giovani (Pucciarelli e Rugani su tutti), ma anche con gente dalle poche motivazioni o in cerca di riscatto, come Maccarone e Saponara.
Hamsik, con Sarri, può tornare sui livelli standard dell’era Mazzarri, mentre Gabbiadini e Insigne potranno giocare con continuità, mostrando tutto il loro grande talento.
Inoltre, con il quasi arrivo di Valdifiori, che assicura geometrie che a Napoli non si vedono da tempo, il Napoli cambierà modo di giocare, cercando più le verticalizzazioni rispetto a come giocava con Benitez in panchina.
Affidare il Napoli a Sarri è stata una scelta senza dubbio rischiosa, che potrebbe rivelarsi sbagliata, una scelta che ricorda molto quella di Pellegrini, che nel 1991 volle sulla panchina dell’Inter, per sostituire Trapattoni, Corrado Orrico, che arrivava da un sesto posto in Serie B con la Lucchese.
Con Orrico non andò benissimo, per usare un eufemismo; con Sarri, invece, sarà tutta un’altra storia.

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